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12/03 2020
Salute

Melatonina per dormire: ci aiuta davvero o è l’ennesimo farmaco di cui abusiamo?

— di Valentina Castellano Chiodo, con la consulenza scientifica di Stefania Corti, Neurologa

Aprile dolce dormire dice il proverbio, ma è davvero così semplice seguire il ritmo della primavera e abbandonarsi fra le braccia di Morfeo? Con l’arrivo della bella stagione riuscire ad addormentarsi al calar del sole può risultare più difficile e per alcuni sviluppare un sano ritmo di sonno-veglia naturale diventa un vero problema. Per questo motivo sempre più spesso si ricorre all’uso, e in certi casi all’abuso, della melatonina. Per aiutarci a capire cos’è e come funziona “l’ormone del sonno” ci risponde la professoressa Stefania Corti, Direttore della Neurologia - Malattie Neuromuscolari e Rare del Policlinico di Milano e Professoressa Ordinaria all'Università degli Studi di Milano.

La melatonina cos’è e a cosa serve?

La melatonina è un ormone naturale prodotto dal nostro cervello durante le ore di buio, che regola il ciclo sonno-veglia. Funziona come un "segnalatore" biologico che informa il corpo che è “il momento di dormire”. Come integratore, viene utilizzata principalmente per aiutare chi soffre di insonnia, affronta lunghi viaggi e conseguenti jet lag dovuti alla variazione dei fusi orari internazionali o più frequentemente lavora su turni, con servizi serali o notturni. Non è propriamente un sonnifero e non induce il sonno forzatamente, ma aiuta il corpo a ritrovare il suo ritmo naturale, facilitando l’addormentamento.

Come agisce? Può fare male a fegato e ai reni? E al cuore? E per quanto tempo si può prendere?

La melatonina agisce sui recettori cerebrali che regolano il nostro orologio biologico interno. Ai dosaggi comuni (1-5 mg) è generalmente sicura per fegato, reni e cuore in persone sane. Può però interagire con anticoagulanti, immunosoppressori, antidepressivi e farmaci per il diabete, quindi è importante informare il proprio medico se si assumono queste tipologie di altri farmaci. Per problemi occasionali di sonno, l’uso a breve termine è considerato sicuro. Per un uso prolungato (che va oltre 3 mesi) è consigliabile consultare un medico, per valutare periodicamente l’efficacia e monitorare eventuali effetti collaterali.

La si può usare in gravidanza?

La melatonina attraversa facilmente la placenta e attualmente non esistono studi sufficienti a garantirne la sicurezza in gravidanza. Per questo motivo, è meglio evitarne l’uso durante la gestazione, specialmente nel primo trimestre. Per i disturbi del sonno in gravidanza, è preferibile ricorrere a metodi non farmacologici come una buona igiene del sonno, ovvero ricorrere a comportamenti che favoriscono un riposo notturno di qualità, ad esempio eliminando fonti di luce e rumore nella stanza, cenare qualche ora prima di andare a dormire, migliorare l’ambiente e la temperatura della stanza da letto e ricorrere a tecniche di rilassamento. In caso di problemi più seri è fondamentale consultare il proprio ginecologo prima di assumere qualsiasi sostanza.

Il fumo e l’alcol alterano l’efficacia della melatonina? E la caffeina o altri farmaci ne possono aumentare l’effetto?

Sì, fumo e alcol possono ridurne l’efficacia: il fumo abbassa i livelli naturali di melatonina nel corpo, mentre l’alcol interferisce con la qualità del sonno, vanificando i benefici dell’integratore. Anche la caffeina è nemica del sonno, stimola la veglia e può contrastare gli effetti della melatonina. Alcuni farmaci come la fluvoxamina (che è un antidepressivo) e certi antinfiammatori possono invece aumentare i livelli di melatonina nel sangue, potenzialmente amplificandone gli effetti: è quindi importante considerare le possibili interazioni per un giusto dosaggio.

Melatonina e infanzia

La melatonina non dovrebbe essere utilizzata nei neonati senza specifica indicazione medica. Nei bambini più grandi può essere utile in casi selezionati, come disturbi del neurosviluppo o problemi cronici di addormentamento, sempre sotto supervisione pediatrica. L’uso deve essere temporaneo e accompagnato da corrette abitudini del sonno, come orari regolari e una routine serale rilassante. Però non è raccomandata come soluzione di prima scelta o di lungo termine, poiché mancano studi approfonditi sugli effetti a lungo termine nei bambini in crescita. L’obiettivo dovrebbe sempre essere sviluppare un sano ritmo sonno-veglia naturale, un clima rilassato per accompagnare i piccoli sereni al sonno. Meno melatonina e più coccole!

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